venerdì 18 gennaio 2013

Adolescenza & internet.

Il post di oggi scaturisce da una mia personale riflessione in merito ad un servizio andato in onda la scorsa domenica ad una trasmissione televisiva.

Al seguente link uno stralcio:

In breve, il servizio racconta di una adolescente che tramite i media viene adescata da un uomo molto più grande di lei per  finalità sessuali. La giovane, fortunatamente, spaventata si rivolge ai genitori; i quali riescono a proteggerla dalle avance ed a scoprire il molestatore.

Il servizio è stato sicuramente una fonte di riflessione sulle condizioni attuali delle nuove generazioni, sul come i giovani vivano la propria adolescenza, oramai bombardata di stimoli, necessità e richieste.

L'adolescenza, si sa, è un'età critica, di passaggio dal mondo dell'infanzia al mondo degli adulti. Il corpo che cambia, l'abbandonare l'infanzia, le amicizie, il primo interesse verso l'altro sesso, i primi approcci e le prime prove con se stessi, lo sviluppo di una propria identità.

In relazione ai rapporti con l'altro sesso. Sicuramente è cambiata la modalità di approccio, anche essa maggiormente mediata dai media, dalla tecnologia e dal "social".

In questo, notevole importanza hanno attualmente anche anche influenze sociali e culturali.

Anche in relazione al video prima postato, ho reperito su internet una vera e propria bibliografia scientifica attinente all'adolescenza, all'utilizzo del "social" ed alle relazioni "adolescente - social - mondo esterno".

Sempre in merito al "Social" ed ad internet in generale, Jennie Noll - PhD Psicologo all'Ospedale dei Bambini di Cincinnati Medical Center - ha effettuato uno studio che sottolinea il rischio che gli adolescenti, e soprattutto le giovani ragazze, corrono di fare incontri poco appropriati su internet ed anche poi nel mondo fisico e reale.

Lo studio, reperibile sulla rivista scientifica Pediatrics, è stato condotto su circa 250 adolescenti tra i 14  ed i 17 anni, documenta che circa il 30% delle adolescenti abbia riferito di aver avuto incontri "dal vivo" con persone che ha conosciuto on line e delle quali non aveva molte informazioni.

Quindi si può evidenziare come il 30% del campione abbia accettato degli incontri veri, reali, faccia a faccia con dei "semi sconosciuti".

Questo dato rappresenta sicuramente un elemento su cui come società siamo chiamati a riflettere ed a intervenire a favore di interventi di prevenzione primaria del disagio al fine di garantire uno sviluppo armonico delle nuove generazioni.

Al seguente link, si trova lo studio in lingua originale:

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